Abitare la montagna, architettura alpina e nuovi modi di vivere le "terre alte". Sarà questo uno dei temi affrontati al Festival Tra le rocce e il cielo 2014, nella Giornata della vita in montagna. Tornare ad abitare la montagna tra tradizione antica ed esigenze moderne, ecco l'esempio di un'esperienza: il Costapiana Co-Housing, di cui parleremo al Festival.
Costapiana di sopra, frazione di Valli del Pasubio
(Vicenza), è una contrada nascosta. Non si vede dalla strada provinciale che
porta a Vicenza ma affaccia su un pianoro celato dall’erba altissima di maggio
che nasce su quelli che in passato erano campi coltivati. La si raggiunge da
una strada strettissima che si dirama dalla Statale del Pasubio nei pressi
dello stabilimento delle acque minerali. Dista tredici tornanti dal Passo Pian
delle Fugazze, confine con il Trentino, sette minuti in auto dal paese, Valli
del Pasubio. Una decina di case appoggiate l’una all’altra, un tempo dimora dei
contadini del luogo che abitavano queste case di pietra e legno ma che nel
tempo sono emigrati in Svizzera. Oggi un paio di case sono abitate in estate,
una famiglia di anziani si è trasferita nel capoluogo ma quattro famiglie hanno
deciso di scommetterci. E di tornare ad abitare questo angolino di montagna.
Hanno visto ed acquistato un rudere, hanno deciso di
realizzare quel sogno che avevano nel cassetto ovvero di fare qualcosa assieme,
e hanno deciso di fare una cosa tra le più intime dell’uomo: vivere nella
stessa casa. Così un sogno è diventato un progetto, le famiglie hanno iniziato
ad acquistare i ruderi di una casa rurale – la più antica della contrada – con
l’obiettivo di abitarci. Hanno progettato un co-housing, cinque residenze
separate che hanno alcuni spazi in comune: una sala riunioni, una mensa, una
cucina e alcune camere per gli ospiti. E pian piano hanno iniziato a superare
gli ostacoli che si sono presentati.
Il primo, grande, è stato proprio l’immobile. La grande casa
in pietra era troppo costosa e complicata dal punto di vista strutturale per
poter essere adattata a residenza collettiva. Così, grazie al fondamentale
supporto dell’amministrazione comunale di Valli del Pasubio, hanno deciso di
smontarla e ricostruirla in legno. La cosa non è stata semplice, appena i primi
sassi sono stati cavati la gente del posto è entrata in subbuglio. Specialmente
per quel piccolo affresco, un capitello votivo, che decorava la parete est di
fronte alla fontana. Con pazienza la malta è stata recuperata e l’affresco
asportato intero: sarà riposizionato a lavori eseguiti.
La struttura è tutta in legno X-lam, proveniente dalla
filiera Veneto Legno che ha origine nelle foreste certificate della regione.
Progettata in fabbrica, la casa è stata completamente precostruita e montata in
opera. Segue la sagoma della struttura preesistente (con una piccola aggiunta
nella parte posteriore) ma ha caratteristiche di isolazione notevoli tanto da
meritarsi la certificazione Casa Clima A+. All’esterno, appena finito di posare
i pannelli isolanti, sarà rimontata la facciata con le pietre originali,
tagliate a fette, per poter restituire l’aspetto di un tempo. L’altra parte
sarà smaltata con un intonaco che ha le caratteristiche della malta
tradizionale, fatta analizzare prima della demolizione. Se la demolizione ha
quindi rappresentato un intervento radicale, dal punto di vista del restauro
questo dimostra che l’attenzione all’originalità c’è stata. Anche i coppi sono
quelli originali. Ripuliti, tagliati e riposizionati sul tetto per non
impattare troppo ed inserirsi nel contesto esistente.
Ci abiteranno quattro famiglie, con bambini. Già ci stanno
lavorando a costruire questa loro futura dimora (uno di loro dorme in un camper
nel giardino mentre si è reinventato muratore). Ma i progetti qui sono tanti.
Vogliono tornare a coltivare i prati, tornare a far vivere il paese. Faranno
agricoltura biodinamica, forse arriverà qualche animale. Faranno incontri,
metteranno a disposizione le sale e le camere per chi vuole conoscere e
condividere la loro esperienza. Intanto, già durante i lavori del cantiere,
un'altra persona è venuta a vivere a Costapiana di sopra. Ha affittato la casa
a fianco e sta pensando di stabilirsi per sempre. Anche il vecchio proprietario
emigrato in Svizzera sta pensando di tornare a Valli. Far vivere un luogo
disabitato, all’ombra del Pasubio, vuol dire tornare alle proprie origini,
riprendere il contatto col territorio ma anche fare del bene all’ambiente, alla
gente che ci vive e ai luoghi attorno. E anche se si tratta di gente di
pianura, è già stata accolta a braccia aperte dalla gente di Valli,
nell’autentico spirito montanaro.
Massimo Plazzer
mplazzer@gmail.com