martedì 10 agosto 2010

LA PROVA DEL FUOCO DI CARLO PASTORINO: IL RISCATTO DI UN LIBRO DIMENTICATO

In copertina: Carlo Pastorino e Salvatore Donzelli sul Monte Corno di Vallarsa, 1917.

Domenica 22 agosto 2010, alle 16,45 presso il Teatro Comunale di S. Anna di Vallarsa, nell'ambito della seconda edizione della manifestazione TRA LE ROCCE E IL CIELO, vedrà ufficialmente la luce la nuova edizione Egon di Emanuela Zandonai Editore del libro LA PROVA DEL FUOCO, dello scrittore CARLO PASTORINO, con postfazione letteraria del prof. Francesco De Nicola, e postfazione storica del dott. Gregorio Pezzato.


Figlio di contadini, nato nel 1887 a Masone, sull’Appennino ligure, Carlo Pastorino trascorse quasi un anno, dal luglio 1916 alla fine di aprile del 1917, sul Monte Trappola, alle pendici del Corno Battisti di Vallarsa. Riuscì ad attraversare le prove durissime cui lo sottopose la guerra con occhio chiaro e profondamente umano e a restituirne un racconto limpido e asciutto nella sua opera LA PROVA DEL FUOCO.

Pubblicato per la prima volta nel 1926, il romanzo ricevette un’accoglienza calorosa da parte della critica, al punto che Giovanni Titta Rosa lo definì il più bello di quanti ne avesse letti sulla guerra e Giuseppe Prezzolini lo adottò come testo di lettura per i suoi corsi universitari alla Columbia University di New York. In tempi più recenti, Mario Isnenghi presentò i testi di Pastorino come "libri del ritorno dalla guerra alla pace".


Ma il successo di pubblico fu perfino più appassionato, tanto che il libro totalizzò, nell’arco di sessant’anni, una trentina di edizioni, l’ultima delle quali risale al 1989, per i tipi delle edizioni Marietti, ben presto andata esaurita. Dopo di allora il romanzo non era stato più ristampato, finendo così in questi ultimi anni per cadere in dimenticanza.


Ora, finalmente, dopo quasi trent'anni, LA PROVA DEL FUOCO torna a vedere la luce: "vibrando con la medesima forza dei capolavori di Fenoglio e Rigoni Stern, le sue pagine ci restituiscono le cose vere e della guerra nella loro cruda, eloquentissima essenza." (Simone Rizzo)

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